TRAMA
Curiosità
Colonna Sonora
Sao
Bento,
costa
settentrionale
del
Portogallo.
Una
ragazza,
Ines,
indolente,
capricciosa,
disperata
ma
piena
di
vita;
un
barista,
Mario,
approdato
quasi
per
caso
dall’Italia
a
servire
vino
e
caffè
a
gente
pigra
e
senza
fretta;
un
vecchio
professore
proprietario
di
una
villa,
ormai
alla
fine
dei
suoi
giorni,
ma
per
nulla
intenzionato
a
finirla
con
la
vita.Tutti
e
tre
sono
in
fuga
da
qualcosa
e,
se
non
ci
si
mettessero
di
mezzo
anche
un
prete
e
una
cameriera,
le
loro
esistenze
verrebbero
a
definire
un
triangolo
perfetto.
Dal
loro
incontro
–
forse
non
del
tutto
casuale
–
si
sviluppano
situazioni
comiche,
paradossali,
eppure
profondamente
vive,
dalle
quali
emerge
una
sottile,
sensualissima,
quasi
impalpabile
tragicità.
Porto
della
zingara
è
un
romanzo
godibilissimo,
un’opera
prima
che
stupisce
per
la
lingua
calda,
meridionale,
dagli
intensi
colori
e
dagli
aspri
profumi
mai
ostentati;
per
la
profondità
dei
pensieri
che
via
via
affiorano
fra
le
pieghe
della
storia;
per
la
regia
sapiente
dell’autrice,
abile
a
sostenere,
senza
mai
cedimenti,
una
trama
tanto fluida quanto capace di irrorare continuamente emozioni.
Non
c'ero
e,
se
c'ero,
dormivo.
Intendo
quel
pomeriggio
in
cui
Luigi
Bernardi
telefona
e
chiede
a
mia
madre
di
parlare
con
Cinzia.
Lui
era
tante
cose:
scrittore,
editore,
saggista,
traduttore.
Era
anche
talent
scout.
Ci
eravamo
conosciuti
nella
storica
mailing
list
di
Fabula,
agli
albori
di
internet
in
Italia.
Dopo
aver
ricevuto
alcuni
racconti
sparsi
mi
aveva
scritto:
“fammi
un
libro
che
sia
librabile”.
Mi
chiusi
in
camera
per
due
settimane
e
gli
inviai
questa
storia
portoghese
che
avevo
in
testa
da
un
po'.
Quel
pomeriggio,
al
telefono,
mi
fa:
“ho
letto”.
Segue
pausa
interminabile,
quindi
aggiunge:
“mi
è
piaciuto”.
Una
manciata
di
parole
che
interrompe
la
mia
siesta
per
trasformarmi
in
esordiente.
Sensazione
strana,
un
misto
fra
sete,
elettricità,
qualcosa
di
indescrivibile
e
soprattutto
di
irripetibile.
Lo
devo
a
Luigi
Bernardi.
Che
mi
manca.
Ci
manca.
Trovò
lui
il
titolo
al
libro,
un
titolo
magnifico,
un
ossimoro
perfetto.
E
non sarebbe stata l'unica volta
.
“Saranno stati trenta passi dal cancelletto al bar di Mario.
Compresa la statale che era in mezzo e che poi era stata,
la statale, in tutti quegli anni di segregazione, l'unico
motivo per cui un uomo di scienza e niente affatto
superstizioso o rimbambito decidesse che per lui non
valeva proprio più la pena di attraversare strade. “
Porto della Zingara
DeriveApprodi 2000 alpha beta Verlag 2010